Incipit puntovita novo
Curereste una frattura scomposta con un antidolorifico? La maggior parte di voi, sono sicura, risponderebbe di no; e allora perché accettare che la terapia del sovrappeso o dell’obesità si limiti a una dieta ipocalorica?
Cado malamente, sento un dolore lancinante e non riesco a muovere la gamba; per prima cosa mi faccio portare in un pronto soccorso; lì mi faranno le lastre, raccoglieranno dei dati, faranno una diagnosi, e stabiliranno il da farsi.
Probabilmente subirò un intervento, avrò un tutore per la gamba e sì, a questo punto, e solo a questo punto, mi daranno un terapia farmacologia che comprenda anche l’antidolorifico.
Poi dovrò fare la riabilitazione, perché mi interessa che la mia gamba torni come prima.
La mia gamba è preziosa.
Aumento di 10 chili in qualche mese; prendo l’iniziativa di digiunare, non mi ricordo dove l’ho sentito, ma mi pare ormai una verità di fede che un po’ di digiuno non fa male a nessuno, mi rendo conto che ci riesco per pochi giorni, poi la fame ha il sopravvento; mi confronto con la mia amica, quella che è dimagrita con la dieta d’eliminazione per le intolleranze, gliela chiedo in prestito, anche se non sono intollerante a nulla – vuoi mai che lo sia e non me n’ero mai accorta?- la faccio, butto giù 1 chilo e mi sento sgonfia e di buonumore. Alla prima pizza il chilo torna su, lo racconto sconsolata alla parrucchiera, la quale mi ammonisce severamente: pretendo di dimagrire mangiando pizza e carboidrati? Dovrei fare come lei, che li ha eliminati e ha perso un paio di chili.
Decido che è una buona idea.
Inizio a saltellare tra pasti e digiuni e non vedo la bilancia spostarsi di mezzo etto. Mi convinco di avere un problema alla tiroide e decido che la prossima volta che vado dal medico di base gli infilo dentro pure questa domanda, pure la richiesta di un esamino alla tiroide, chè se non è colpa mia già mi sento meno grassa, già mi sento meno in colpa, già inizio a sperare che una medicina possa risolvere tutto.
Il mio medico, un signore di mezza età in sovrappeso, mi dice che le diete non servono a nulla a basta fare un po’ di sport, ma l’esame me lo prescrive lo stesso e il risultato dirà che i valori tiroidei sono nella norma.
Alla fine di quest’odissea mi ritrovo con i miei 10 chili in più, una notevole sensazione di fallimento e un sentimento in bilico tra il “non ho speranze” e il “sono disposta a qualsiasi privazione pur di dimagrire”.
I 10 chili in più sono un sintomo, al pari del dolore post-caduta del primo esempio, quindi quello che mi è mancato è stato capire a) la causa dell’aumento b) indagare la natura dell’aumento (grasso, muscolo, liquidi?) c) stabilire la dietoterapia adatta al caso specifico (che sì, può pur essere anche una dieta ipocalorica) e d) fare riabilitazione.
Sì, riabilitazione, perché il mio corpo è prezioso e io voglio che torni a funzionare, a consumare, come prima di aumentare di 10 chili e non mi renda necessario dipendere da una dieta ipocalorica per tutta la vita.
E la riabilitazione deve essere Nutrizionale, Comportamentale e Motoria. Qualunque intervento non lasci la giusta importanza a tutti e tre gli aspetti è un intervento destinato a fallire.