Quo Vadis?
Più le dietiste si sbracciano ribadendo che ci si deve staccare dal concetto di dieta e approdare a quello di corretto stile di vita, più chi di diete ne ha alle spalle parecchie e di chili ne deve perdere vaga speranzoso in cerca della dieta che finalmente funzioni. Un conto è decidere di mangiar bene da normopeso, un conto è avere più di cinque chili da perdere.
Del resto queste dietiste fanno presto a parlare, hanno mai fatto una dieta loro? Hanno mai dovuto avere costanza a volte senza risultati soddisfacenti? Sanno cos’è la frustrazione di qualche chilo che risale dopo un’immane fatica per perderne poco di più? Chi lo sa. Non lascerò trapelare nulla su come vive una dieta un dietista, riporto solo una frase della mia tutor all’università: “Devo perdere tre chili, ma che fatica!”. E notando che noi alunne ci guardavamo perplesse aggiunse beffarda “Non penserete mica sia facile perdere tre chili!?”. Non lo è, aveva ragione lei.
Ecco, per rispetto di tutta quella fatica, impegno, frustrazione, determinazione, il dietista di turno deve farsi carico anche del fatto che la dieta funzioni. Che non è così scontato. Perché se da un lato ci sono quelli che del loro mestiere (far diete) hanno fatto un commercio, dall’altro ci sono quelli che, nel più completo rispetto dell’etica professionale, dei principi di corretta alimentazione, basano l’intervento sul mangiar bene – sacrosanto – e reputano secondario il risultato in termini di peso. Ed è un peccato, perché questo alla fine ottiene solo di rinforzare nei fruitori delle diete l’idea che le diete che funzionano siano soprattutto quelle commerciali, spesso non così salutari.
Questo problema è di grande attualità. Dieci anni fa le cose stavano diversamente. Mangiare bene quasi sempre voleva dire dimagrire, oggi no, ma che succede?
Partiamo da qui. Tra le tante diete per perdere peso che una persona può scegliere di fare, deve sapere che grossomodo si possono suddividere in due macrogruppi: dieta ipocalorica e dieta chetogenica.
La dieta Ipocalorica è una dieta in cui si abbassano le calorie. Generalmente sono presenti tutti i nutrienti (carboidrati, grassi e proteine) in varia percentuale. Con questo tipo di dieta per arrivare a bruciare i grassi si deve partire dal bruciare i carboidrati. E’ necessario passare per i carboidrati. Poi quando i carboidrati non bastano più perché la diabolica dietista li ha ridotti, si iniziano a bruciare grassi. Semplice, lineare, così. (La glicolisi, il ciclo di Krebs e la β Ossidazione si sono un po’ offesi per come li ho liquidati, ma l’importante è capirsi).
La dieta Chetogenica è una dieta in cui si tolgono i carboidrati totalmente o quasi totalmente. Il cervello non ne è felicissimo perché viaggerebbe felice a zuccheri: i grassi e le proteine li snobba alla grande. In assenza di carboidrati però mica può dare forfait, e quindi usa un carburante d’emergenza: i Corpi Chetonici. Sono le uniche sostanze in grado di mandare avanti la baracca del cervello in assenza di zuccheri, quindi l’organismo non ha scelta, deve produrli. E li produce a partire dai grassi, tramite il processo chiamato Chetogenesi. Quindi i grassi, in questo caso, devono essere utilizzati.
Torniamo un attimo alla dieta Ipocalorica. Nel trafiletto di spiegazione scrivo “poi quando i carboidrati non bastano più si iniziano a bruciare grassi”. Sapete perché le diete equilibrate, oggi, sempre più spesso, non fanno bruciare più grassi? Perché i carboidrati bastano sempre. E bastano sempre perché non consumiamo più nulla. E non consumiamo più nulla perché non ci muoviamo. E se siamo tra quelli che dicono “Io faccio la dieta, mi tolga tutto, ma non mi dica di fare movimento perché non ne ho tempo”, non consumiamo più nulla anche perché mangiamo sempre meno (ricordando caramente che la priorità del corpo è la sopravvivenza e non il dimagrimento) quindi si adatta a fare tutto col poco che gli diamo.
Che vuol dire, in ultima analisi, avere le idee chiare su come scegliere una dieta? Ve lo scrivo passo dopo passo, con uno degli elenchi a punti che mi piacciono tanto:
- Iniziare sempre da un piano alimentare bilanciato proposto da un professionista nel campo della nutrizione ( quelli che hanno fatto gli esami di biochimica e fisiologia della nutrizione all’università per intenderci).
- Se siete soggetti sani e il piano alimentare, portato avanti per il tempo ragionevole di un paio di mesi, non dà risultati o ne dà troppo pochi rispetto all’adesione, vuol dire che al vostro corpo basta quello che voi gli date.
- Siete davanti a un bivio. La prima strada è quella dell’attività fisica, quotidiana,” allenante”(non la camminata per negozi per intenderci), portata avanti come un atto di fede in attesa che riparta il nostro metabolismo e il peso cominci a scendere adeguatamente. Opzione altamente consigliabile perché vi risolve pure il mantenimento: un corpo che consuma di più rispetto all’inizio della dieta e consuma soprattutto più grassi: un corpo allenato ad utilizzare i grassi durante l’attività fisica aerobica, è un corpo che si “ricorda” di avere riserve da poter utilizzare. E questo dà una garanzia in più di non recuperare il peso e di stabilizzare il risultato. La seconda strada è quella della dieta Chetogenica, quella odiata dai dietisti. Questa dieta, come abbiamo visto, costringe il corpo ad usare i grassi quindi, a fronte della fatica, ripaga coi risultati. Ma è una dieta sbilanciata! E sebbene in mano a un professionista, con le giuste integrazioni e nel breve periodo, possa costituire un modo di dare una botta di vita alla perdita di peso, non è mai preferibile. Anche perché a fine corsa la fatica va fatta lo stesso: rialimentazione calibrata per evitare di vanificare i risultati, metabolismo non pimpante e spesso craving per i carboidrati imponente. E attività fisica per recuperare la massa magra eventualmente persa, e per contrastare la fame nervosa, e per accelerare il metabolismo e rendere più stabile il risultato raggiunto. Questo non viene quasi mai fatto dai pazienti che seguono le diete chetogeniche (forse non gli viene proposto?) ed ecco che alla faccia del risultato certo, si accoda un recupero dei chili quasi certo.
Io resto in mezzo, tra gli ortodossi e i commercianti, e continuo a credere che qualunque cambiamento uno voglia fare debba partire dall’informazione e dalla consapevolezza. A voi la scelta.
foto: Ercole al bivio, di Annibale Carracci, raffigura Ercole tra due nutrizioniste. Evidente il disappunto del semidio. Ercole, leggi l’articolo, non ti angosciare!