Indagine su un Fegato al di sopra di ogni sospetto

OSPEDALE – REPARTO DI EPATOLOGIA – INTERNO GIORNO.

La scena si apre su un bambino disteso sul letto; ha il fegato mangiato da un misterioso veleno, i medici sono sbigottiti, i genitori disperati, inizia la corsa contro il tempo per trovargli un fegato nuovo.
Sempre a più bambini viene riscontrata la medesima sindrome, il misterioso veleno silenziosamente lavora e logora quelle giovani vite, ma non ci sono abbastanza donatori e senza fegato non si vive.
Iniziano le indagini, e pian piano si decifra la natura del misterioso veleno.
Si tratta di un’alimentazione ipercalorica e squilibrata, in cui quotidianamente appaiono patatine e/o merendine e/o dolci confezionati e/o bibite zuccherate e/o succhi di frutta.
Si tratta di sedentarietà.
Si tratta di grasso in eccesso localizzato a livello addominale.
Un mix letale che avvolge dapprima il fegato di grasso (steatosi epatica), in alcuni casi ne altera la struttura del tessuto e la funzionalità (fibrosi epatica), per poi, talvolta, comprometterlo irreversibilmente (cirrosi) o sfociare in carcinoma.
Il finale, drammatico, è lo sguardo impotente su una generazione di giovanissimi con un’aspettativa di vita inferiore a quella dei propri genitori.

Da brividi. E la cosa più spaventosa è che non è un film.

Negli ultimi due decenni la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) ha raggiunto proporzioni di una vera e propria epidemia anche tra i più piccoli. In Italia si stima che ne sia affetto circa il 15% dei bambini (Comunicato Stampa del 12 aprile 2013 dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma) e la percentuale sale al 38% se si considera il sottoinsieme dei bambini con obesità.

La storia naturale della statosi epatica è di sfociare in uno stato di infiammazione del fegato, quindi in fibrosi.
Il dr. Valerio Nobili, responsabile della Struttura Semplice Malattie Epato-Metaboliche presso l’Unità Operativa di Epatologia, Gastroenterologia e Nutrizione all’Ospedale Bambino Gesù, definisce di vitale importanza la diagnosi precoce della steatosi epatica non alcolica (NAFLD) e l’adozione di uno stile di vita salutare.

Questo perché fino allo stato di fibrosi la situazione è reversibile se si interviene in modo mirato:

  • Eliminando snack salati e/o dolci confezionati e/o bibite zuccherate e/o succhi di frutta.
  • Garantendo un appropriato apporto di omega 3 tramite pesce grasso, olio di lino, semi di lino macinati o tramite un’integrazione consigliata da un professionista in campo medico

  • Incrementando significativamente il livello di attività fisica quotidiana (es. conteggio il numero di passi quotidiani con il contapassi e cerco di aumentarli gradualmente; aggiungo una corsa in bici o una passeggiata di 30 minuti quotidiana; etc)

  • Riducendo il peso e la circonferenza addominale, se necessario, con l’aiuto di un dietista.

Se non si interviene e la fibrosi degenera in cirrosi epatica – e nei soggetti giovani tale degenerazione può essere particolarmente rapida – non si può più fare più nulla, se non accettare un’aspettativa di vita tragicamente ridotta o ricorrere al trapianto.
Ammesso che, un domani, ci siano fegati sani da trapiantare…

…To be continued…


Foto di Chris J. Bowley